L’iperrealismo è una corrente artistica pittorica e scultorea, nata nei primi anni Settanta negli Stati Uniti, nella quale gli artisti riproducono la realtà in modo fotografico nelle loro tele e nelle sculture.
L’artista arriva a una riproduzione che supera il reale, che è appunto iperrealista per quantità e qualità di dettagli, utilizzando spesso elementi aggiuntivi per creare l'illusione di una realtà che non esiste o non può essere vista dall'occhio umano.
Per ottenere questi risultati gli iperrealisti si servono di fotografie molto ingrandite per la riproduzione pittorica e di calchi dal vivo per la scultura: riescono così ad arrivare a un grado di dettaglio incredibile, a raffigurare ad esempio le innumerevoli rughe sul volto di un uomo o di una donna, le goccioline d'acqua, scorci urbani perfetti, creando un forte illusionismo ottico.
Gli artisti iperrealisti non offrono un’interpretazione della realtà, ma una riproduzione quasi meccanica, una rappresentazione spersonalizzata, inespressiva realizzata attraverso un uso esasperato della tecnica artistica.
I soggetti più ricorrenti sono immagini della vita quotidiana, figure umane, paesaggi urbani.
Lo stile risente spesso del linguaggio pubblicitario: i colori sono forti, accesi, a volte aggressivi, i soggetti sono ritratti con inquadrature che ingrandiscono e concentrano l’attenzione del fruitore sulla scena.
Gli esponenti più famosi sono gli americani Richard Estes, Chuck Close, Paul Cadden, Gottfried Helnwein, Duane Hanson, John De Andrea.
Il pittore Richard Estes raffigura principalmente paesaggi urbani caratterizzati da un’enorme quantità di dettagli.
Chuck Close realizza ritratti in cui i soggetti sono raffigurati frontalmente, accostando tra loro tante piccole tessere di colore in un mosaico.
Il pittore Paul Cadden realizza ritratti che sembrano fotografie in bianco e nero, concentrandosi sulla raffigurazione maniacale di dettagli quasi impercettibili dall’occhio umano.
Il pittore Gottfried Helnwein realizza ritratti di bambini vittime di violenza, guerra e povertà, raffigurati con la pelle molto bianca che contrasta con il sangue presente sul viso e sul corpo.
Lo scultore Duane Hanson raffigura nelle sue opere gente comune, colta in atti di vita quotidiana, con una incredibile quantità di dettagli estremamente realistici: capelli, vestiti, accessori come occhiali, borse, scarpe: lo spettatore non riesce a discernere l’opera dalla realtà.
Lo scultore John De Andrea realizza calchi di nudi femminili, riprodotti con fedeltà manicale, quasi perversa: le forme sono sensuali ma la freddezza del colore della pelle sembra quella di un cadavere.
Domenica, 17 Settembre, 2017